anche se il paradigma predominante di indagine epidemiologica continua a concentrarsi strettamente sull’individuo e sui singoli fattori di rischio, vi è un crescente corpo di lavoro che richiede un ripensamento degli attuali modelli epidemiologici. In questo articolo illustriamo la necessità di un approccio epidemiologico più completo verso la comprensione dei rischi per il diabete, esplorando le esperienze vissute di diabete e laici significati di rischio tra gli aborigeni che vivono a Melbourne, Australia. Il lavoro sul campo etnografico è stato condotto all’interno della comunità aborigena di Melbourne nello stato di Victoria per un periodo di 22 mesi (1994-1996). Gli aborigeni di Melbourne vedono il diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM) come il risultato di vivere una vita fuori equilibrio, una vita di connessioni perse o recise con terra e parenti e una vita con poco controllo sul passato, presente o futuro. Il modello laico riguardante il diabete che deriva dalle narrazioni degli aborigeni di Melbourne, consiste in tre livelli di connessione importanti nel determinare la suscettibilità di un individuo non solo al diabete ma a tutte le malattie–(1) famiglia, (2) comunità e (3) società. Questa struttura di sistemi interattivi a livelli successivi dall’individuo alla popolazione si inserisce nel quadro di un paradigma ecologico. La forza dell’etnografia applicata all’epidemiologia è che ha la capacità di scoprire componenti precedentemente sconosciuti di un sistema a diversi livelli e di costruire modelli per spiegare come questi componenti interagiscono. Questo quadro, sviluppato utilizzando un approccio etno-epidemiologico, ha applicazione in altre popolazioni indigene che sono state espropriate della loro terra, del loro passato e del loro futuro. Esiste un grande potenziale per applicare questo approccio alle principali sfide per la salute pubblica presentate dai rapidi cambiamenti socioculturali e ambientali globali che hanno un impatto negativo sulla salute della popolazione.
