Il pittore di corte francese e illuminatore di manoscritti Jean Fouquet (ca. 1420-ca. 1480) è stato il principale artista del xv secolo in Francia e il primo pittore del nord Europa ad essere influenzato in modo vitale dal Rinascimento italiano.
Acritic ha giustamente definito Jean Fouquet “un pezzo di Francia personificato”, quindi la sua arte riflette completamente il sofisticato temperamento francese. Nato a Tours, figlio illegittimo di un sacerdote, Fouquet probabilmente ricevette la sua formazione iniziale a Parigi come illuminatore di manoscritti. Il suo salto verso la fama è attestato dalla probabilità che accompagnò una missione francese a Roma nel 1446, poiché l’artista italiano Antonio Filarete registrò che Fouquet ritrasse Papa Eugenio IV con i suoi due nipoti. A Roma, Fouquet avrebbe visto gli affreschi (poi distrutti) in Vaticano dal Beato Angelico, e lo stile del famoso fiorentino ebbe un effetto profondo e duraturo sul suo.
Quando Fouquet tornò in Francia, aprì un laboratorio a Tours. Ricevette commissioni da Carlo VII e da membri della sua corte e da Luigi XI, che lo nominò pittore ufficiale di corte nel 1474. Fouquet è morto a Tours prima di novembre. 8, 1481, quando un documento della chiesa menziona la sua vedova.
Dipinti su tavola
Il primo dei numerosi ritratti su grande tavola di Fouquet è probabilmente Carlo VII, dipinto circa 1445 prima del viaggio di Fouquet a Roma, perché non manifesta alcuna influenza italiana. Sulla cornice il monarca è descritto come “molto vittorioso”, probabilmente un riferimento alla Tregua di Arras, che era in realtà una delle pochissime vittorie di cui godeva lo scoraggiato Carlo. Il ritratto è astrattamente messo in scena, oggettivo e poco lusinghiero. Fouquet manifestò la sua sobria chiarezza di visione in un autoritratto (ca. 1450; Parigi), insolito nell’essere un piccolo tondo in smalto dipinto e notevole come il primo autoritratto indipendente conservato a nord delle Alpi.
Verso il 1450 Fouquet intraprese la sua più famosa coppia di quadri, il Dittico di Melun (ora diviso tra Berlino e Anversa). Sul pannello di sinistra è Étienne Chevalier, tesoriere di Francia nel 1452, essendo presentato con il suo nome santo (Stefano) alla Vergine e Bambino sul pannello di destra. Il donatore è posto davanti alle pareti di marmo variegato di un palazzo rinascimentale, e la Madonna in tre quarti di lunghezza è in trono in uno spazio astratto, circondato da angeli nudi, brillanti, paffuti rossi e blu. Perle giganti bedeck il trono e la corona di Maria. Questa immagine era sicuramente scandalosa ai suoi tempi, poiché la Vergine è un ritratto riconoscibile di Agnes Sorel, l’amante del re, mostrata con un seno geometricamente arrotondato e esposto. Chevalier aveva lavorato con Agnes Sorel nel governare il regno traballante di Carlo VII.
Altrettanto astratto e intellettualizzato è il ritratto di Fouquet Guillaume Jouvenal des Ursins (ca. 1455). Questo cancelliere di Francia si inginocchia in preghiera davanti a un muro altamente ornato, la figura posta vicino al piano dell’immagine per immediatezza. Un’altra famosa commissione è lontana dall’ambiente cortese: una discesa dalla Croce (ca. 1470-1475; Nouans). Figure monumentali affollano il grande pannello, dando l’effetto di un fregio scolpito su uno sfondo scuro. Non c’è espressione palese di dolore, e l’umore della dignità reverenziale è trasmesso in toni cupi.
Le miniature
Fouquet era particolarmente abile nelle sue illustrazioni in miniatura per libri manoscritti. Tra il 1452 e il 1460 il maestro e la sua bottega fecero per Chevalier un libro d’ore ormai smembrato Le miniature sono notevoli per mostrare monumenti architettonici parigini, e c’è un’illustrazione unica della messa in scena contemporanea di una commedia misteriosa. Il nome e le iniziali del donatore sono decorativamente e orgogliosamente utilizzati in tutte le composizioni. Chevalier stesso frequenta l’unzione del corpo di Cristo per la sepoltura, e ancora una volta egli è mostrato, come nel dittico Melun, di essere presentato alla Madonna di Santo Stefano. Ornamenti italianizzati e rivestimenti in marmo si verificano frequentemente, e ci sono splendidi sfondi paesaggistici che ricordano la Valle della Loira. Sfarfallio mette in evidenza in molte miniature sono resi in oro, un tocco di eleganza che è tipicamente francese. Fouquet e la sua bottega illuminarono molti altri libri; primo fra tutti è il Grandes chroniques de France (1458).
Ulteriori letture
Il miglior studio monografico dei dipinti e delle miniature di Fouquet è Paul R. Wescher, Jean Fouquet e i suoi tempi (1945; trans. 1947). Si veda anche Trenchard Cox, Jehan Foucquet, nativo di Tours (1931), e Klaus G. Perls, Jean Fouquet (1939; trans. 1940). □