John Lydgate

Poco si sa della vita di John Lydgate. Era un discepolo professo di Geoffrey Chaucer, e per molti anni la sua fama rivaleggiava con Chaucer. Lydgate divenne monaco benedettino a Bury St. Edmund’s circa 1385, e fu ordinato sacerdote nel 1397. Ha studiato a Oxford. Le sue prime poesie, scritte prima del 1412, includono Il Tempio di Glas, forse composto per essere letto durante una cerimonia nuziale, e Reson e Sensuallyte, un adattamento di parte di una lunga allegoria francese.

Il primo grande poema di Lydgate fu il suo Libro di Troia (1412-1420), basato sulla Historia Troiana di Guido delle Colonne (1287). Contiene più di 30.000 linee ed è stato dedicato a Enrico V. Il poeta è stato associato con il figlio di Chaucer Thomas, che ha intrattenuto un certo numero di persone di spicco, tra cui Humphrey di Gloucester, John Tiptoft, Thomas Montague, e William de la Pole, nella sua tenuta non lontano da Oxford. Tra il 1420 e il 1422 Lydgate scrisse L’assedio di Tebe, un omaggio a Geoffrey Chaucer e, in forma, una continuazione dei Racconti di Canterbury. Probabilmente su richiesta di Humphrey, Lydgate scrisse The Serpent of Division (1422), una vita in prosa di Giulio Cesare concepita come un avvertimento contro la divisione nel regno.

Nel 1423 Lydgate divenne priore di Hatfield. Durante gli anni successivi scrisse una serie di” mummings”, o rappresentazioni allegoriche, in cui apparivano varie figure ed eseguivano azioni simboliche mentre un narratore descriveva gli atti in versi. Intorno al 1426 il poeta andò a Parigi per una visita di circa 2 anni. Lì scrisse il suo adattamento in versi del Pelerinage de la vie humaine di Deguileville (originale rivisto intorno al 1355) per Thomas Montague, conte di Salisbury. Questa lunga allegoria della salvezza contiene più di 24.000 linee. Ha anche composto una versione inglese della Danse macabre.

Tra il 1431 e il 1439 Lydgate lavorò al suo capolavoro, La caduta dei principi, scritto per il duca Humphrey. Giovanni Boccaccio aveva scritto una serie di” tragedie”, ovvero storie di grandi uomini che per debolezza si sottomettevano alla fortuna e così cadevano, in una raccolta chiamata De casibus virorum illustrium (1355-1360). Queste storie erano state adattate in prosa francese da Laurent de Premierfait. Lydgate trasformò la versione di Laurent in un poema inglese enormemente lungo e popolare in nove libri.

Oltre a queste opere, Lydgate scrisse anche vite di santi, poesie devozionali e pezzi occasionali. Generalmente, la dizione artificiale e l’evidente moralizzazione segnano la sua poesia, ma rappresenta gli atteggiamenti e i gusti del suo tempo.

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