È in questo momento di attesa che gli spettatori devono fare i conti con il lavoro di Clark. La tensione sta nel potenziale infinito del materiale. L’estetica di un cantiere è usata per indicare agli spettatori i processi di sviluppo, che possono evocare sia l’immaginazione che l’ansia portando in primo piano la percezione degli spettatori di ciò che è in costruzione e ciò che è completo. Ogni materiale-cemento, vetro, legno, isolamento-ha un’utilità e uno scopo compreso che complica la percezione di queste forme come arte. L’implicazione è che la fusione di materiali potrebbe essere assemblata in una struttura completa e familiare—che tutti questi materiali prontamente disponibili soddisferanno il loro scopo e saranno attualizzati dal telaio alla parete, dal sacco di cemento alla fondazione. Clark sta intenzionalmente facendo spazio all’assunzione creando opere che esistono in uno stato tra materia prima e costruzione realizzata. Le strutture impilate, stratificate e inclinate non sono indicative di alcun particolare tipo di edificio e non offrono facili presunzioni.
Clark manipola lo spazio e la dimensione brillantemente. La white box gallery diventa un’immagine tridimensionale astratta immersiva. Le sue forme strutturali sono accessibili da tutti i lati e possono essere viste da diversi punti di vista. Le cornici in legno, il telo fluttuante, le finestre e il muro a secco creano una conversazione nel linguaggio della forma, della linea e del colore all’interno della galleria, uno che include il corpo dello spettatore. Integrata da luce, suono e flusso d’aria, la costruzione diventa composizione esperienziale. Ogni angolo diventa un punto di interrogatorio. Clark lascia pochi posti per l’occhio per riposare completamente, a parte diversi assemblaggi appesi lungo una parete. I loro substrati di cartongesso collassano lo spazio creato nella galleria aperta in forme quasi bidimensionali. Pur utilizzando molti degli stessi materiali, l’estetica costruttiva è meno visibile esaltando gli elementi astratti e tattili dell’opera. Il modo multidimensionale in cui l’artista presenta l’opera rivela il suo interesse nel manipolare e regolare le interazioni con lo spazio.