La recensione di boxe italiana di 2016

L’approfondimento di Peter Lerner sulla boxe italiana quest’anno

Il 2016 è stato uno strano anno sulle montagne russe per la boxe italiana, mescolando momenti di straordinario successo con alcuni tipici trogoli di scarso successo e delusione. L’inizio dell’anno ha promesso molto, con tre pugili italiani che si contenderanno i titoli mondiali nella prima metà dell’anno (Giovanni De Carolis, Michele Di Rocco ed Emiliano Marsili) e la promessa di un atteso match per il titolo europeo tutto italiano tra Gianluca Branco e Leonard Bundu. Poi ci sono state le prossime Olimpiadi-competizione amatoriale internazionale essendo un palcoscenico su cui gli italiani avevano brillato negli ultimi anni. L’Italia avrebbe inviato sette combattenti, tra cui i precedenti medagliati Clemente Russo e Vincenzo Mangiacapre.

Gennaio ha avuto il botto con De Carolis drammaticamente fermare Vincent Feigenbutz in Germania per il titolo WBA super medi. È diventato il primo campione del mondo italiano dopo Giacobbe Fragomeni nel 2009. Quella vittoria era di buon auspicio per Di Rocco e Marsili, che pur avendo avversari più illustri di Feigenbutz schierati, erano generalmente considerati due dei tre (insieme a Leonard Bundu) migliori lottatori d’Italia.

Sfortunatamente, le cose sono andate ripidamente in discesa. Crowd trouble, una rovina ricorrente della boxe italiana, scoppiò nei combattimenti a Roma e Livorno. Branco, non per la sorpresa di molti, ha tirato fuori dalla sua attesa lotta con Bundu in aprile. Il veterano di Firenze ha debitamente battuto il sostituto Jussi Koivula per riconquistare il titolo europeo dei pesi welter che aveva lasciato due anni prima, ma c’era un palpabile senso di delusione per il cambio tardivo dell’avversario. Inoltre, quella stessa notte si diffuse la notizia a bordo ring che a Roma il peso massimo leggero Mirco Ricci era stato arrestato, accusato di aver rapito un bambino di 9 anni in una disputa sui soldi della droga. Un mese dopo Di Rocco è stato estremamente deludente in quella che è stata vista come una lotta dura ma vincente contro Ricky Burns. Poi Marsili ha tirato fuori con problemi di stomaco relativamente tardi dal suo vacante WBC lotta per il titolo leggero con Dejan Zlaticanin. Nel mese di agosto la squadra italiana non è riuscita a fare alcuna impressione a Rio, il loro peggior spettacolo in vent’anni. Poi Bundu, molto amato dalla confraternita di lotta italiana, ha subito un ko spaventoso per mano di Errol Spence.

Eppure, nonostante tutto questo, l’anno ha avuto la sua parte di momenti positivi. Anche se in seguito ha perso il titolo, il successo del titolo mondiale di De Carolis e la prima difesa disegnata hanno infuso l’anno con un senso di ottimismo. Qui c’era un combattente – a lungo considerato il simpatico ragazzo medio tra i nomi domestici più decantati come Domenico Spada, Emanuele Della Rosa, Mouhamed Ali Ndiaye o Andrea Di Luisa-che era arrivato alla vetta attraverso persistenza, miglioramento sottile ma costante e fiducia in se stessi. L’uomo tranquillo, lo sparring partner, il trier serio che a volte sembrava essere trascinato nel tipo sbagliato di lotta aveva improvvisamente inviato un messaggio immensamente incoraggiante a una nazione di boxe priva di fiducia in se stessi.

L’Italia ha anche chiuso l’anno con un campione europeo in Emanuele Blandamura e, ancora più impressionante, una medaglia d’oro mondiale femminile in Alessia Mesiano. La prodigiosamente talentuosa Irma Testa irrompe nella coscienza nazionale e in diverse copertine di riviste quando si qualifica per Rio. Non c’è stata vergogna nell’allora 18enne che ha perso nel suo secondo incontro con l’eventuale medaglia d’oro Estelle Mossely e le aspettative sono alte per questa ex medaglia d’oro europea e mondiale giovanile.

Boxing News ha cercato cinque dei principali giornalisti italiani di boxe per le loro scelte del 2016. Ad offrire le loro opinioni sono stati Alfredo Bruno direttore di Boxering magazine e veterano cronista del fight game italiano; Stefano Fantogini, che gestisce il sito Boxenet; Giuliano ‘Rocky’ Orlando, collaboratore di lunga data della Gazzetta dello Sport; Dario Torromeo, che oltre ad essere un rispettato giornalista è anche autore di numerosi libri sulla boxe; e Mario Viggiani del Corriere dello Sport.

Combattente dell’anno

Alfredo Bruno: Senza dubbio, Giovanni De Carolis. Ha avuto tre combattimenti per il titolo mondiale dei pesi medi (la vittoria contro Feigenbutz, un pareggio e una perdita in difesa contro Tyron Zeuge), tutti in terra tedesca. Nonostante abbia perso l’ultimo dei tre combattimenti, c’è motivo di sperare che avrà un’altra possibilità l’anno prossimo.

Stefano Fantogini: Sicuramente Giovanni De Carolis. Vincendo il titolo WBA lo scorso gennaio, il pugile romano è stato in grado di portare la boxe italiana – a lungo ignorata dai media – all’attenzione del pubblico. Giornali e televisione diedero alle sue due successive difese del titolo in Germania (a luglio e novembre) un livello di attenzione che nessun pugile italiano aveva ricevuto da anni. La sua immagine pulita e la sua personalità umile e positiva non possono che essere un bene per il pugilato in Italia.

Giuliano Orlando: Giovanni De Carolis. Ha vinto il titolo WBA super medi in Germania il 9 gennaio, battendo il combattente locale Vincent Feigenbutz, poi ha disegnato con Tyron Zuege nel mese di luglio prima di perdere il titolo a lui nel mese di novembre a Potsdam. Vorrei anche menzionare un paio di risultati eccezionali nel gioco femminile. Irma Testa si è qualificata per le Olimpiadi di Rio a soli 18 anni, mentre Alessia Mesiano, 24 anni, ha vinto l’oro nei 57 kg ai Mondiali di Astana.

Dario Torromeo: Giovanni De Carolis. Non solo ha vinto il primo titolo mondiale dell’Italia in sette anni, lo ha fatto all’estero e per stop.

Mario Viggiani: Giovanni De Carolis. È diventato campione del mondo in una divisione importante per un importante corpo sanzionatorio.

Notizie sulla boxe: Menzioni d’onore: La medaglia d’oro di Alessia Mesiano ai Campionati del Mondo, tra la vittoria di Irma Testa nel torneo di qualificazione di Rio e le Olimpiadi stesse, non ha forse ottenuto l’attenzione che meritava, ma in termini di boxe era quasi lì con il successo di De Carolis in Germania come il momento clou dell’anno. Anche se non a quel livello, un altro successo da dilettante degno di nota è stata la medaglia d’oro di Nicola Cordella ai Campionati Europei Giovanili. Tra i professionisti, Emanuele Blandamura merita il merito di aver vinto il titolo europeo dei pesi medi al terzo tentativo mentre Nicola Cipoletta, Mario Alfano e Valerio Ranaldi hanno tutti avuto solidi anni domestici. Anche Carmine Tommasone ha avuto un anno da ricordare. Il 32enne è diventato il primo pugile professionista a combattere alle Olimpiadi, realizzando così un sogno che pensava fosse stato infranto quando non è riuscito a qualificarsi nel 2008 nei suoi giorni da dilettante. Ha anche avuto il tempo di spremere in una lotta professionale per una pallina intercontinentale minore prima che l’anno fosse fuori, portandolo a 16-0.

Fight of the year

Alfredo Bruno: Il miglior match dell’anno – e quasi unanimemente acclamato come tale – è stato il match per il titolo italiano tra Luca Rigoldi e Iuliano Gallo per il titolo italiano dei pesi gallo.

Stefano Fantogini: vittoria split decision di Rigoldi su Gallo, arrivata proprio a fine anno sulla undercard Emiliano Marsili-Aristedes Perez. E ‘ stata una battaglia non-stop tra due giovani atleti che possiedono non solo grande cuore e polmoni, ma sono anche ben versato in diversi aspetti tattici e tecnici della boxe. Tanto di cappello anche ai rispettivi allenatori, due figure di lunga data del pugilato italiano: Gino Freo e Augusto Lauri (padre dei combattenti Giuseppe – un volto familiare agli appassionati di lotta britannici – e Antonio).

Giuliano Orlando: Il match-up tra Luca Rigoldi e Iuliano Gallo per il vacante titolo italiano dei pesi gallo. Dieci round emozionanti e molto combattuti, combattuti ad un ritmo molto veloce e lambiti dagli spettatori. Da segnalare anche la lotta per il titolo europeo dei pesi medi vacante tra Emanuele Blandamura e Matteo Signani. Il primo ha appena sfiorato il combattimento dopo aver combattuto per 10 round con vari tagli (Blandamura alla fine ha richiesto diciotto punti per quattro tagli). È stata una lotta intensa che ha oscillato indietro prima che Blandamura riuscisse a finire leggermente meglio.

Dario Torromeo: vittoria split decision di Luca Rigoldi su Iuliano Gallo per il titolo italiano super bantam. Un’intensa battaglia non-stop tra due giovani southpaw (23 e 24 anni rispettivamente) ma anche una dimostrazione di buona boxe tecnica.

Mario Viggiani: La lotta per il titolo europeo tra Serhiy Demchenko e Mirko Ricci (una lotta dei pesi massimi leggeri che ha visto il ponderoso ma pesante Demchenko recuperare gradualmente il favorito Ricci prima di fermarlo nel decimo round).

Boxing News: La lotta Rigoldi-Gallo si è distinta a lungo in un anno relativamente deludente in termini di combattimenti gradevoli al pubblico. Una settimana prima di Natale Nicola Cipoletta e Suat Laze mescolato bene in uno scontro divertente e talvolta dispettoso che snocciolato uno switch-battitore allampanato lungo armato contro un attaccabrighe gancio-felice tozzo. I due combattimenti per il titolo italiano dei pesi welter leggeri tra Luciano Randazzo e Renato De Donato – il primo un pareggio, il secondo vinto da Randazzo – sono stati entrambi intimi e piacevoli.

Prospect of the year

Alfredo Bruno: È senza dubbio Fabio Turchi, che proprio di recente ha ‘liquidato’ Maurizio Lovaglio in 6 round per il titolo italiano dei pesi cruiserweight. È imbattuto dopo nove combattimenti come professionista e ha ancora una grande quantità di potenziale da realizzare. Lo stesso disegno di legge ha caratterizzato Mohammed Obbadi, il campione europeo dei pesi mosca. L’imbattuto Obbadi ha 11 vittorie e potrebbe un giorno replicare le gesta di illustri pesi mosca del passato come Salvatore Burruni e Fernando Atzori.

Stefano Fantogini: Avrei scelto Fabio Turchi ancor prima della recente vittoria del titolo italiano dei pesi cruiserweight. In poco più di un anno da professionista ha accumulato un record di 9-0 con sette vittorie all’interno della distanza. Il 23enne originario di Firenze proviene dallo stesso campo di Leonard Bundu ed è l’unico giovane talento in Italia su cui al momento si scommetterebbe per farlo a livello internazionale. Non è un caso che Turchi sia l’unico dilettante italiano di alto livello a indossare la maglia in giovane età – dopo che le sue speranze di competere alle Olimpiadi sono state bloccate, meritatamente o meno, dalla presenza di Clemente Russo nella sua classe di peso.

Giuliano Orlando: Il peso mosca Mohammed Obbadi, che ha recentemente conquistato il titolo EUROPEO con una vittoria su Silvio Olteanu, ex campione europeo; e Fabio Turchi.

Dario Torromeo: Fabio Turchi, campione italiano dei pesi cruiserweight. 23 anni, mancino, 9-0 con 7 vittorie all’interno della distanza. Ha un grande seguito in Toscana e ha uno stile piacevole per la folla.

Mario Viggiani: Vittorio Parrinello (peso piuma 9-0 e quattro volte campione nazionale senior da dilettante) merita un plauso per aver lasciato i ranghi dilettanti. Spicca anche Fabio Turchi.

Boxing News: Parrinello, come Turchi, è un raro caso di un membro affermato della nazionale italiana dilettanti che decide di diventare professionista. La maggior parte dei combattenti della squadra nazionale sono rappresentanti dell’esercito o della polizia. Sono atleti effettivamente stipendiati con una carriera prospettica una volta che si sono ritirati dallo sport. Raramente diventano professionisti – un esempio notevole è Roberto Cammarelle-poiché hanno maggiori probabilità di combattere più frequentemente, e per una migliore ricompensa, rimanendo dilettanti.

Turchi e Obbadi sono due combattenti con il potenziale per raggiungere il livello europeo e forse anche oltre. Turchi è un mancino imponente e muscoloso con buone credenziali amatoriali – con un record di 108-9 come dilettante e nelle World Series, ha vinto un bronzo mondiale giovanile, un argento alle Olimpiadi giovanili e due titoli nazionali senior. Obbadi ha catturato l’attenzione con la sua precoce equilibrio e precisione. Un livello sotto di loro sono un gruppo promettente che cercherà di sfondare a livello nazionale o ulteriormente nel prossimo anno: ex-senior national amateur campioni Dario Morello (un 8-0 welterweight), Luca Capuano (tre volte campione nazionale senior e 4-0 come un pro super middle) e Adriano Sperandio (6-0); Michael Magnesi, un occupato 9-0 super piuma; Davide Festosi, un peso leggero che è anche 9-0; peso medio leggero Mirko Geografo, talento ma afflitto da infortuni; e 14-0 rumeno Catalin Paraschiveanu. Due delle prospettive più intriganti sono 9-0 light heavyweight Daniele Scardina e 8-0 ucraino welterweight Maxim Prodan. Entrambi hanno record di knockout perfetti ma contro un’opposizione molto limitata finora-sarà interessante vedere quanto siano stati spinti nel 2017.

Formatore dell’anno

Alfredo Bruno: Ci sono molti buoni allenatori in Italia al momento, ognuno con i propri metodi e caratteristiche. Non è facile sceglierne solo uno ma un nome che viene spontaneo è quello di Domenico Brillantino della palestra Excelsior per la sua eccellenza ed esperienza.

Boxing News: La scelta di Bruno di Brillantino mette in evidenza il raggiungimento di un allenatore potrebbe facilmente essere nominato per questo premio la maggior parte degli anni. La sua palestra Excelsior si trova nella straordinaria città di Marcianise, vicino a Caserta. Questa città di 40.000 abitanti ha costantemente prodotto amatori eccezionali, prevalentemente attraverso l’Excelsior ma anche attraverso la palestra Medaglia d’Oro. Per citare l’esempio più famoso della produttività di Marcianise: tre combattenti – Clemente Russo, Domenico Valentino e Vincenzo Mangiacapre-nella squadra olimpica di Londra 2012 sono arrivati da Marcianise, con Russo e Mangiacapre passati attraverso Excelsior. Quest’anno Paolo Di Lernia della Excelsior ha vinto la 64kg nei campionati nazionali senior, mentre Raffaele Di Serio e Francesco Maietta sono stati altri due combattenti Brillantino (anche se ora rappresentano i militari piuttosto che Excelsior) a vincere i campionati 2016.

Stefano Fantogini: Se è vero che il successo di un pugile è dovuto in parte al suo allenatore, allora è giusto scegliere Italo Mattioli, il cornerman di De Carolis, come allenatore dell’anno, con plauso anche ad altri membri della squadra come Luigi Ascani e Paolo Moresi. De Carolis e i suoi allenatori della Roma XI Gym hanno avuto uno stretto legame dal momento in cui ha indossato i guanti fino alla sua carriera amatoriale e professionale. Una menzione d’onore per Eugenio Agnuzzi, che quest’anno è stato quasi onnipresente sulla scena italiana con un titolo Europeo a vincere con Blandamura, una stretta perdita per il titolo italiano con Alessandro Sinacore, una nazionale dilettanti finale con Sebastian Mendizabal, e una serie di incoraggianti vittorie con la prospettiva Michael Magnesi.

Giuliano Orlando: Tra i due spiccano Franco Cherchi a Milano, che ha allenato campioni come Michele Di Rocco, Emiliano Marsili, Luca Giacon, Andrea Scarpa e molti altri; e Eugenio Agnuzzi a Roma, ottimo allenatore di amatori e professionisti.

Dario Torromeo: Alessandro Boncinelli. Allena Leonard Bundu, che ha reclamato il titolo europeo dei pesi welter in aprile e, nonostante il drammatico ko, ha fatto un buon sforzo contro Errol Spence in agosto. Allena anche Mohammed Obbadi, 12-0 (9), che ha vinto il titolo europeo dei pesi mosca contro Silvio Olteanu a novembre. È un combattente promettente che vale la pena tenere d’occhio. Boncinelli è un allenatore di vecchia scuola che è molto bravo sulla tecnica e sempre in grado di creare un ottimo legame con i suoi combattenti.

Mario Viggiani: Alessandro Boncinelli. Non solo ha fatto bene a preservare un veterano come Leonard Bundu, allo stesso tempo sta portando con sé Turchi e Obbadi piacevolmente.

Foreign fighter dell’anno

Stefano Fantogini: Sfortunatamente, i nostri combattenti hanno, più che mai, dovuto andare sulla strada per ottenere i combattimenti che contano, andando in Germania, nel Regno Unito, o anche negli Stati Uniti. Di conseguenza non c’erano combattenti stranieri eccezionali da menzionare quest’anno.

Dario Torromeo: Timo Schwarzkopf e Franz Rill, vincitori rispettivamente su Gianluca Frezza e Salvatore Erittu.

Mario Viggiani: Direi Sergey Demchenko, anche se in realtà è un italiano naturalizzato. Sfortunatamente, i nostri combattenti sono sempre più costretti ad andare all’estero per i combattimenti e i titoli che contano, quindi sta diventando raro vedere i migliori combattenti stranieri venire qui.

Boxing News: gli anni precedenti avevano visto combattenti di livello mondiale come Krzysztof Wlodarczyk, Adrian Hernandez, Moruti Mthalane e Michel Soro venire sulle coste italiane. Ci sono stati un sacco di combattenti europei solidi troppo – come Colin Lynes o Krzysztof Bienias – e quasi ogni anno sembra avere un Karim Chakim o Felix Lora che viene e molla un brutale sconvolto. 2016 purtroppo è stato l’anno più povero in un po ‘ in questo senso.

Delusione dell’anno

Alfredo Bruno: Luca Podda, un super medi di cui molti avevano grandi speranze. Non ha avuto i migliori anni con due sconfitte in due combattimenti (Podda, un dilettante esilarante ed esplosivo, sembra aver perso la verve e la fiducia che lo distinguevano nei ranghi non pagati. Ha chiuso quest’anno con una brutta perdita di arresto per unheralded Josip Duric).

Stefano Fantogini: La campagna italiana a Rio. In realtà un risultato negativo era prevedibile, le Olimpiadi venire come hanno fatto come un raccolto insolitamente talento di pugili è venuto alla fine del suo ciclo, e senza una generazione emergente venire attraverso di prendere il loro posto. Tuttavia, il modo delle sconfitte e la ricaduta che ne seguì furono peggiori del previsto.

Tra i professionisti viene in mente il nome di Michele Di Rocco. Il talentuoso pugile umbro era stato a lungo considerato uno dei migliori pugili d’Italia, così la comunità pugilistica della nazione è rimasta scioccata dal suo disastroso viaggio in Scozia in cui abbiamo visto un Di Rocco svogliato, pigro e incapace di rispondere all’occasione. Recentemente è entrato a far parte della scuderia BBT di Davide Buccioni. La speranza è che troverà un modo per tornare sulla strada giusta.

Giuliano Orlando: Andrea Scarpa. Dopo aver fermato in modo impressionante John Wayne Hibbert a Londra per vincere il titolo WBC Silver, è tornato nella capitale inglese a novembre solo per perdere ogni round e farsi dominare da Ohara Davies.

Dario Torromeo: Michele Di Rocco. È stato fermato all’ottavo round da Ricky Burns per il titolo WBA dei pesi welter. Ha perso all’interno della distanza, ma più deludente di tutti è stato che non è mai riuscito a entrare in lotta.

Mario Viggiani: Andrea Scarpa. Ha vinto il titolo WBC Silver con una splendida prestazione, ma ha mostrato la sua incoerenza nel modo della sua sconfitta nella sua difesa contro Davies.

Boxing News: I problemi ricorrenti della folla sono una piaga frequente nel gioco italiano. Star amatoriale e probabilmente il pugile più famoso d’Italia, Clemente Russo ha perso molti fan quest’anno: un’Olimpiade deludente è stata immediatamente seguita da una tirata dal vivo in cui ha affermato che avrebbe sfidato l’ex nemico amatoriale Deontay Wilder al suo debutto da professionista, poi è stato cacciato dalla celebrità italiana del Grande Fratello per i commenti che hanno condonato la violenza contro le donne.

Combattimenti che vorresti vedere nel 2017

Alfredo Bruno: Mi piacerebbe vedere Emiliano Marsili finalmente ottenere un meritato colpo al titolo mondiale dei pesi leggeri e Blandamura consolidare la sua posizione nei pesi medi. Ci sono molti combattenti che mi piacerebbe vedere con avversari di qualità: i già citati Obbadi e Turchi, Michele Di Rocco, Valerio Ranaldi, Felice Moncelli, Mario Alfano, Manuel Lancia solo per citarne alcuni dei più noti. Poi c’è un gruppo promettente di giovani pronti a intensificare se data la possibilità.

Stefano Fantogini: Abbiamo bisogno di un grande evento in Italia. Al momento dobbiamo privilegiare la qualità rispetto alla quantità. Emiliano Marsili potrebbe essere l’uomo per l’occasione ma a 40 anni il tempo stringe per l’imbattibilità dei leggeri. Il 2017 deve essere l’anno in cui il combattente di Civitavecchia sfida per un vero titolo mondiale. Non sappiamo a cosa stia lavorando dietro le quinte il suo promoter Mario Loreni, ma il più grande combattimento possibile in Italia nel 2017 sarebbe Marsili contro Jorge Linares.

Giuliano Orlando: Mi piacerebbe vedere De Carolis avere un altro colpo al titolo mondiale, una lotta per il titolo europeo per Michele Di Rocco e una lotta per il titolo mondiale per Emiliano Marsili. Mi piacerebbe anche vedere Turchi e Obbadi fare il passo successivo, rispettivamente per i titoli ue ed europei.

Dario Torromeo: Mi piacerebbe vedere Luca Giacon contro Andrea Scarpa al light welter, una rivincita tra Orlando Fiordigiglio e Cedric Vitu per il titolo europeo dei pesi medi leggeri, Fabio Turchi contro Mirko Larghetti per il titolo italiano dei pesi cruiserweight, e una rivincita per De Carolis contro Zeuge per il titolo WBA dei pesi super medi.

Mario Viggiani: Finalmente una lotta per il titolo mondiale in casa per uno dei nostri lottatori.

Boxing News: Oltre ai combattimenti di cui sopra, si spera che il 2017 vedrà l’elegante e pericoloso Luca Giacon (28-1, 24 KOs) superare i suoi problemi di infortunio e tornare sul ring. Sarà interessante vedere come il dilettante decorato Domenico Valentino si adatta al gioco pro. Una rivincita Rigoldi-Gallo sarebbe gradita e una lotta di qualità garantita.

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