Il Mar Egeo, con le isole di Imbros (a nord) e Tenedos entrambi cerchiati. Google Maps.
Una scoperta di Wikipedia: dal 1970 le isole dell’Egeo Imbros e Tenedos sono state ufficialmente designate Gökçeada e Bozcaada. Come questo cambiamento potrebbe indicare, queste isole, che si trovano appena fuori l’ingresso dell’Ellesponto, sono nelle mani della Repubblica di Turchia; tutte le altre isole dell’Egeo sono greche, come lo erano nei tempi antichi. Imbros e Tenedos furono acquisiti dal Trattato di Losanna (1923), che riconobbe la Repubblica di Turchia e pose le basi per il trasferimento di popolazione tra Grecia e Turchia. Queste isole, però, dovevano essere risparmiate da questo destino; alla popolazione prevalentemente greca doveva essere concesso uno status semi-autonomo all’interno della Turchia.
Ma questo non è avvenuto. Le statistiche più recenti sulla popolazione per Imbros: 8662, di cui 318 greci, e per Tenedos: 2.472, di cui 22 greci. Questi numeri sono stati raggiunti nel corso del ventesimo secolo nel modo consueto: vietando l’insegnamento del greco e chiudendo le scuole greche, appropriandosi delle proprietà greche e rendendo altrimenti la vita difficile ai greci in modo che emigrino (per sempre – non sono autorizzati a tornare), e sistemando i turchi al loro posto.
Mi è piaciuto molto il mio tempo in Turchia. Il paese sembra ordinato e la sua gente civilizzata. Ma questo tipo di comportamento, che non è affatto l’unico esempio del nazionalismo turco all’opera, è repellente – e anche peggiore di quello che gli israeliani ottengono in Cisgiordania, che è presumibilmente l’epitome dell’oppressione, secondo alcuni miei amici. Perché la situazione dei greci, curdi e armeni della Turchia non è una causa internazionale célèbre a livello palestinese?