Regista Geoffrey Feinberg ha paura delle altezze. Così, quando si è imbattuto per la prima volta in selfie temerari di Kirill Oreshkin, “mi hanno fatto scoppiare in un sudore freddo”, ha detto Feinberg a The Atlantic. Oreshkin, un esploratore urbano auto-descritto che è stato soprannominato il “Spiderman russo”, spesso scala gli edifici più alti di Mosca; in cima, scatta una foto di se stesso pericolosamente appeso, con una sola mano, dalla sporgenza.
Incuriosito da Oreshkin e dalla crescente sottocultura delle coperture di cui fa parte, Feinberg si è recato a Mosca per seguire il 19enne mentre scalava gli edifici attraverso la città nel corso di due settimane. “Era un po’ un ottovolante per la città”, ha detto Feinberg. “Ogni giorno di riprese è stata una sorpresa e un’avventura. Non sapevamo dove stavamo andando.”
Il film di Feinberg, The Hanging, raffigura Oreshkin che insegue incessantemente le sue acrobazie con una tranquillità che smentisce la loro natura pericolosa. In effetti, per Oreshkin e i suoi coetanei, roofing è molto più della risultante celebrità dei social media: è un’opportunità per auto—attualizzarsi in una società ancora in via di recupero dal comunismo.
“Il tetto è un’espressione di alienazione, indipendenza e ribellione della vecchia mentalità dell’era sovietica”, ha detto Feinberg. “E’ in grado di fare spazio per trovare ciò che si vuole fare e creare il proprio percorso.”
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