Sindrome di Kjellin: autofluorescenza del fondo, risultati angiografici ed elettrofisiologici

Obiettivo: Le sindromi con malattie retiniche geneticamente determinate e concomitanti anomalie neurologiche multiple sono rare. Kjellin ha descritto un’entità autosomica recessiva con paraplegia spastica, ritardo mentale, amiotrofia e distrofia maculare. Abbiamo cercato di caratterizzare ulteriormente il fenotipo retinico e di contrastare i cambiamenti del fondo e il genotipo della malattia di Stargardt in un giovane paziente con sindrome di Kjellin progressiva.

Progettazione: Caso osservazionale e studio genetico familiare.

Pazienti: sono stati studiati uno dei membri affetti e 11 non affetti di una famiglia con sindrome di Kjellin.

Metodi: Sono stati eseguiti esami oftalmologici e neurologici completi, tra cui valutazione elettrofisiologica, valutazione della visione dei colori, autofluorescenza del fondo e angiografia a fluorescenza. Per indagare un possibile ruolo del gene ABCA4 nell’eziologia dei cambiamenti maculari, gli interi 50 esoni codificanti, comprese le sequenze introniche di accompagnamento del paziente, sono stati analizzati mediante sequenziamento diretto.

Principali misure di outcome: La paziente è stata valutata per i suoi sintomi, la funzione retinica, l’autofluorescenza del fondo, l’angiografia e le mutazioni nel gene ABCA4.

Risultati: Una paziente di 27 anni inizialmente è stata vista con tremore della mano destra. Successivamente, si è verificata una progressiva paraspasticità e un workup diagnostico ha rivelato un lieve ritardo mentale. La biomicroscopia ha rivelato macchie giallastre rotonde multiple simmetriche a livello dell’epitelio pigmentato retinico sparso al polo posteriore, che ha mostrato una maggiore fluorescenza intrinseca al centro, con un alone di autofluorescenza ridotta. L’elettroretinografia multifocale ha suscitato risposte anormali nell’area maculare in presenza di normali registrazioni di elettroretinografia di Ganzfeld. Nella mappatura genica, sono state identificate diverse varianti comuni, anche se nessuna sembra essere associata alle caratteristiche della malattia.

Conclusioni: I cambiamenti maculari nella sindrome di Kjellin condividono caratteristiche fenotipiche con la malattia di Stargardt, sebbene vi siano differenze per quanto riguarda l’aspetto, la distribuzione, il comportamento angiografico e autofluorescente delle macchie retiniche. L’esame oftalmologico è prudente nei pazienti con deficit neurologici simili, perché è essenziale per la diagnosi e perché i sintomi visivi possono essere assenti anche in presenza di manifestazioni retiniche evidenti e diffuse. Il prodotto genico anormale nella sindrome di Kjellin sembra causare una disfunzione progressiva in vari tessuti neuronali, ma sembra essere distinto dal difetto principale alla base del fenotipo della malattia di Stargardt.

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