John Lloyd Stephens-Institut für Anglistik / Amerikanistik-Universität Rostock

Un uomo di molti mestieri

Stephens riuscì a trasportare manufatti a New York ma sfortunatamente la maggior parte di essi fu distrutta in un incendio. Pur non essendo un archeologo addestrato (che la scienza era ancora nei suoi panni infantili nel 1840), Stephens e Catherwood ci hanno lasciato un’importante documentazione della condizione dei monumenti precolombiani in Messico, America centrale e Yucatán che non dovrebbe essere sottovalutata. Il “museum of American antiquities” di Stephens divenne la Smithsonian Institution, fondata nel 1846. I loro resoconti di viaggio e le loro illustrazioni sono capolavori della letteratura di viaggio romantica e dell’estetica visiva e sono rimasti in stampa sin dalla loro prima pubblicazione.

Oltre alle sue capacità di scienziato e scrittore dilettante, Stephens ha anche mostrato competenze ingegneristiche: ha considerato la costruzione di un canale attraverso il Nicaragua (praticamente lungo il percorso ora esaminato dagli investitori cinesi per un canale del Nicaragua disastroso per l’ambiente). Quando riconobbe che le possibilità tecniche del suo tempo erano insufficienti per realizzare questo progetto, progettò la prima linea ferroviaria attraverso Panama, parte della quale fu completata prima della morte di Stephens nel 1852.

Uno dei primi tedeschi a prendere quel treno sulla strada per la corsa all’oro in California fu Heinrich Schliemann che si recò a Sacramento per rivendicare l’eredità del fratello defunto. Come scrive il biografo di Stephens Victor Wolfgang von Hagen, l’incontro tra Stephens e il “piccolo mercante tedesco nervoso” deve essere stato un incontro curioso. Dopo il suo ritorno in Europa Schliemann usò il denaro guadagnato in California, così come i guadagni derivanti dalla speculazione finanziaria nell’economia atlantica basata sugli schiavi negli anni 1850 e 1860, per finanziare i suoi successivi scavi archeologici alla ricerca del tesoro di Troia e Priamo.

L’incontro di Von Hagen è un romanzo scientifico. I due archeologi dilettanti non si sono mai incontrati di persona. Un incontro di un’ora tra Stephens e l’anziano Alexander von Humboldt nel 1847, tuttavia, ha avuto luogo. Il cosmopolita Humboldt e l’imperialista Stephens, a quanto pare, hanno avuto una bella chiacchierata nella residenza di Humboldt Potsdam, discutendo di archeologia, miglioramenti tecnologici e tattiche militari.

NOTE

Stephens, Incidents of Travel in Central America, Chiapas and Yucatan, Vol. 1: 115.

Loc. Cit.

Ibid., 127.

Ibid., 115.

Ibid., vol. 2: 474.

Evans, Romancing i Maya 55-58.

Von Hagen, Esploratore Maya 295-96.

Vedi Mackenthun, ” Imperial Archaeology.”

LETTERATURA

Evans, R. Tripp. Romancing the Maya: Mexican Antiquity in the American Imagination 1820-1915, Austin: University of Texas Press, 2004.

Mackenthun, Gesa. “Imperial Archaeology: The American Isthmus as Contested Scientific Contact Zone.”Surveying the American Tropics. Geografie letterarie da New York a Rio. Ed. Maria Cristina Fumagalli, Peter Hulme, Owen Robinson, Lesley Wylie. Liverpool University Press, 2013. 101-130.

Stephens, John Lloyd. Incidenti di viaggio in America Centrale, Chiapas e Yucatan. , 2 voll., NY: Dover, 1969.

Von Hagen, Victor Wolfgang. Esploratore Maya. John Lloyd Stephens e le città perdute dell’America Centrale e dello Yucatán. Norman: University of Oklahoma Press, 1947.

ULTERIORI LETTURE

Glassman, Steve. Sulle tracce dell’esploratore Maya, Tuscaloosa: University of Alabama Press, 2003.

Harvey, Bruce A. American Geographics: US National Narratives and the Representation of the Non-European World, 1830-1865, Stanford: Stanford University Press, 2001.

Mackenthun, Gesa. “La conquista dell’antichità: L’impero itinerante di John Lloyd Stephens.”American Travel and Empire. Ed.Susan Castillo e David Seed. Liverpool: Liverpool University Press, 2009. 99-128.

ILLUSTRAZIONI

Figura 1: Fonte: Victor Wolfgang von Hagen, Esploratore Maya. John Lloyd Stephens e le città perdute dell’America Centrale e dello Yucatán. Norman: University of Oklahoma Press, 1947 (da Harper’s Monthly Magazine, gennaio 1859).

Figura 2: Fonte: Fabio Bourbon, Le città perdute dei Maya. La vita, l’arte e le scoperte di Frederick Catherwood. New York / Londra: Abbeville Press, 2000.

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